Ho avuto la fortuna di avere partecipato alle lezioni del Prof. Mario Pino Montanino, Coordinatore Regionale Discipline non Olimpiche, Coordinatore Regionale Attività Paralimpiche e responsabile scuola del Comitato Italiano Paralimpico, invitato come relatore al Corso Regionale di Formazione per Insegnanti riguardante l’Attività Motoria e Sportiva per gli alunni Disabili.
In modo particolare sono rimasto affascinato da quelle attinenti alle attività adattate su soggetti disabili. Al contrario dei normodotati, nell’attività adattata, l’insegnante parte dalla realtà delle persone e “crea” un piano di lavoro, in molti casi direi, indipendemente da una precisa programmazione.
Tra i vari utenti ho scelto di trattare quelle attinenti “all’avviamento con i sovraccarichi per i diversamente abili” e, nello specifico, delle persone affette da sindrome di Down.
I soggetti interessati dalla sindrome di down hanno, per la maggior parte, una copia in più del cromosoma 21, per cui anziché 46 possiedono 47 cromosomi. In alcuni soggetti il cromosoma 21 è localizzato in altri cromosomi. Queste persone hanno probabilità elevata di manifestare numerose patologie:
· a carattere neurologico
· cardiaco
· cognitivo
· problemi di vista e udito
· disturbi endocrini (riduzione di forza e della F.C., aumento di peso)
· anomalie muscolo – scheletriche (forza e potenza ridotte, minore massa muscolare ed iperflessibilità)
I down, oltretutto hanno problemi di memoria, sentono molto la fatica ed hanno un indice di massa corporea più elevato. Avendo quindi un metabolismo basso sono soggetti a frequenti casi di obesità con maggiore rischio di malattie cardiovascolari.
Nello stilare un programma di allenamento, bisogna essere consapevoli, innanzitutto che la persona con cui si andrà a lavorare, percepisce le stimolazioni ambientali in modo limitato in confronto ad un soggetto a sviluppo tipico, e quindi gli input e le spiegazioni degli esercizi devono essere somministrate una alla volta. Detto ciò, va anche detto che il rapporto allenatore/utente deve essere proporzionato 1 a 2 – max 4 partecipanti, facendo sì che il soggetto venga adeguatamente motivato e sollecitato nel focalizzare i movimenti.
Questa categoria di utenti, trae benefici principalmente da attività cardiovascolare ma si possono includere anche allenamenti per la forza, sebbene con alcune limitazioni. Si può iniziare, ad esempio, con un programma di “Total Body” con le macchine a traiettoria guidata, eseguendo poche serie (2 o 3) con 12 ripetizioni, limitando nel primo periodo l’uso dei pesi liberi. Durante l’esecuzione degli esercizi, bisogna dargli assistenza (anche con contatto tattile) ricordando che al momento di variare gli esercizi, questi vanno cambiati uno alla volta.
Naturalmente, si potrà iniziare il programma solamente dopo aver incontrato il soggetto Down e averne valutato la capacità sia dal punto di vista motorio che cognitivo.
Pier Paolo Conti